domenica 29 novembre 2009

Il miracolo di San Giuliano

Uno nutrito gruppetto di uomini provenienti dalle nebbie della sconfinata pianura che a malapena ricordavano la luce del sole e l'azzurro del cielo, hanno assistito al miracolo di San Giuliano che trasformò la nebbia in sole, il grigio in azzurro e li fece volare...
















mercoledì 11 novembre 2009

L'incredibile inversione


The incredible inversion, inserito originariamente da Wings On Fire.

Domenica 1°Novembre, Ognissanti.
Per santificare il nostro amato sito di volo, Santa Raticosa, abbiamo festeggiato volando fino al tramonto!
Salendo a piedi sul Monte Canda alla mattina, questo è lo spettacolo che ci si è presentato agli occhi guardando verso la pianura: una densa e netta linea di inversione all'orizzonte, di un colore grigio, quasi viola. Al di là della spettacolarità del fenomeno. Il significato non era rincuorante ne dal punto di vista ecologico, pensando all'aria che ci respiriamo giù nella bassa, ne dal punto di vista volatorio, presagendo un promontorio di alta pressione sui nostri estradossi.
Le condizioni del primo volo d'assaggio ne sono state la conferma: chi è uscito per primo, nonostante la buona brezza frontale facesse presagire buone cose, è andato giù a picco, senza speranza di recupero (se non in macchina). Grazie alle cavie che si son sacrificate per il popolo volatore, abbiamo atteso ancora un pò e ci siamo involati quando le condizioni ci sembravano migliori. Siamo dunque riusciti a galleggiare, senza grosse pretese di quote o distanze, ma pur sempre volare è, visto e considerato il periodo dell'anno! è cosi è stato, fino a sera, c'è chi addirittura ha fatto top al Carpinaccio per ridecollare ormai nelle tenebre....chi c'era sa!

domenica 25 ottobre 2009

Dedizione



21.30. Casa. Crollo sul divano stanco morto ma molto vivo. Chiudo gli occhi. Le 4 pareti di casa e il soffitto mi circondano eppure vedo attorno a me vele colorate e un cielo blu sopra la testa. Ancora una volta mi chiedo come sia possibile che una sola ora di volo sia sufficiente a farmi sentire così. Forse sono i miei piedi ad aver bisogno di scrollarsi il peso della terra da sotto, o forse è la mia mente che pur di liberarsi dell’opprimente forza di gravità sopprime la paura di lanciarsi nel vuoto con quelle bizzarre ali sopra la testa? Ancora una volta, di ritorno da una giornata dedicata al volo mi chiedo cosa ci sia dietro a tutto ciò. Cosa spinge uno sparuto gruppetto di esseri umani a dedicare tanto tempo, macinare migliaia di chilometri, per alcune ore passate per aria? Apro gli occhi e mi rendo conto che la mia risposta è insita nella domanda stessa. In una parola in particolare: dedizione. Tutti quelli che volano lo sanno, senza nemmeno a volte rendersene conto. Difficile da spiegare a chi ci vede dall’esterno e non se ne riesce a capacitare a volte. Di solito si sente rispondere: passione, amore, droga…

Ma la risposta è ancora una volta una sola: dedizione.

Mi ricordo all’improvviso di aver letto qualcosa in proposito, forse distrattamente qualche tempo fa, e mi metto a scartabellare. Apro il penultimo numero di Cross Country ed eccolo lì, Bob Drury, anche lui evidentemente voleva dare una risposta alla mia domanda o a quella di quanti cercano di capire il nostro strano mondo.

“Una cosa necessaria per essere un pilota è la dedizione. Sia essa il lungo tempo richiesto in alcuni paesi per accumulare ore di volo solo per prendere il brevetto, siano le ore passate ad aspettare su un decollo con le vele chiuse dentro le sacche, sia l’esperienza che devi mettere insieme per poter arrivare a compiere grandi distanze in volo o imparare ad eseguire le più difficili manovre acro. Tutto ciò richiede dedizione, fiducia in te stesso e determinazione per quello che ami fare: volare. Basta dare un occhiata in giro per il mondo e vedere personaggi come Adie Kumar, riuscito a realizzare il suo sogno assieme a un gruppo di piloti, decollando dall’Himalaya e coprire in 10 giorni una distanza di 500 km, gli stessi che io (Bob Drury n.d.t) e John Silvester 10 anni fa ci hanno richiesto 6 settimane! Oppure leggere della prima discesa in speedriding del Cervino di Ueli Kestenholtz o la traversata coast to coast del Sud Africa di tre ragazzi Cechi usando solo un vericello e una scassatissima, vecchissima Mercedes.

Ogni storia ci dice dove la dedizione e la fiducia in noi stessi possa portarci.

Il volo è un labirinto di sogni che aspettano solo di essere scoperti. Non importa quanto grandi o piccoli essi siano, ciascuno di essi è un viaggio personale che ti distinguerà da tutte le altre persone. Il volo ti rende speciale.

Qualcuno di voi potrebbe dire: “io non sono un campione acro o un pilota in grado di volare in Himalaya. Non potrò mai fare le cose che leggo su Cross Country”. La mia risposta è: forse è vero, forse non potrai mai. Ma è esattamente questo il punto! Non ti serve essere un campione acro o un pilota da volo bivacco in Himalaya per realizzare i tuoi sogni.

Dedizione, dedizione e ancora dedizione. E’ l’unica cosa di cui hai bisogno!

Sogni d’oro…”

(XC Mag #124, liberamente tradotto da Marcello Corazza)

Questo concetto vale per tutte le cose che ami e in cui credi davvero, nella tua vita.

Questo lo dico io.

martedì 29 settembre 2009

Friends & flying

Domenica 27 settembre 2009, un'altra fantastica giornata di volo in compagnia di ottimi amici nel bel contesto della collina bolognese...
Finalmente provo il decollo nord-ovest, il migliore (con venti da nord-ovest chiaramente) per pendenza e assenza di ostacoli. Inoltre ti consente di uscire e agganciare subito il costone dove solitamente stacca una buona termica. E stavolta staccava, eccome se staccava! Usciamo a raffica, uno dietro l'altro, testimoni le bellissime le riprese di Daniele, grazie alle quali ho potuto mettere assieme questo video:




Ci troviamo quasi tutti a girare una bella termica "di servizio" che ci consente di fare quota e decidere sul da farsi, una delle termiche più piacevoli che abbia mai girato, continua e omogenea, senza rotture o sventate, non troppo intensa ma neanche blanda, giusto un pò stretta ma quel che basta, comando interno quasi bloccato...
Vedo in distanza Lorenzo che era partito qualche tempo prima di me, tornare dal fondo valle, un pò basso, ma con sufficiente quota per riagganciare al costone. Questo mi dovrebbe far capire che non ha trovato granchè in fondo alla valle per rifare quota e tornare senza problemi, ma me ne sbatto....non avevo ancora esplorato questo sito per benino e avevo voglia di fare un pò di strada, così parto a tutta speed verso quella che mi sembra un ottima sorgente e infatti, giunto su una conca esposta al sole con qualche calanco trovo e rifaccio il pieno di quota! Riparto bello alto e decido che ormai ne ho abbastanza per arrivare alla fine del costone e trovando qualche altro "rabbocco", tornare indietro.... avvicinandomi alla valle del Reno vedo un bel batuffolo bianco sopra un roccione, penso: sei mio bello! sbagliato, inizio a capire che è in dissolvimento quando ormai è troppo tardi...mi parcheggio un pò li sopra sperando riparta il ciclo ma nulla!:-(
faccio dietro front, già sapendo di non aver la quota sufficiente per riagganciare il costone...
cerco un bel pratone e ci atterro...faccio su la mia roba, attraverso il fiumiciattolo saltando da un sasso all'altro (W l'avventura!) e sfoggio il mio bel faccione e il ditone per un autostop su una mitica Fiat Regata!
Tornato alla base trovo Sara e Marco in atterraggio e dopo un pò ci raggiungono Loris, Fede, e Lorenzo...Andrea e Massimo sono ancora in volo, ma ormai per poco, la giornata si sta spegnendo mentre s'accende una luce arancione che colora tutto il cielo e le nostre belle facce che vengono immortalate dal mio obiettivo:


Davanti a qualche fresca bottiglia di birra capisco che la scelta giusta è stata quella di Loris e Andrea che son riusciti ad arrivare oltre Tolè remando controvento all'andata per poi farsi riportare indietro...non il contrario (avrò imparato la lezione?:-)

giovedì 18 giugno 2009

XLepini Weekend

Ormai il marchio Ghinaccio&Marcello Flying Tour è diventato una garanzia, ma lo scorso weekend la nostra premiata ditta onlus si è affidata all'organizzazione di ben due altri Club che hanno scritto il copione e montato la scenografia per uno dei weekend di volo più belli...
Norma è la location, già sperimentata dalle ali emiliano-romagnole durante l'inverno scorso e il ricordo che ci aveva lasciato ci ha permesso di affrontare a cuor leggero gli oltre 400 km di asfalto previsti, purtroppo diventati ben di più a causa della nota qualità dei parapendisti di orientarsi meglio per aria che a terra...insomma, dopo la lunga traversata dell'Italia centrale, finalmente in decollo, venerdì pomeriggio ore 17...giusto per un paio d'ore di volo di acclimatamento! L'ospitalità locale si conferma ottima come già era stata in altre occasioni, cena a base di specialità locali in quel paese da cartolina che è Cori, in compagnia dei ParaNormAli e Pulcini e vari ospiti. Dopo una inaspettata puntatina al locale più trasgressivo di Norma (collocato sull'antico decollo del paese...), trasferimento negli alloggi, alla Casa di Pietra.
Sabato 13
Parte il corso XLepini 09 con la lezione introduttiva del leggendario Fabio "Fenomeno" Pasquali, coadiuvato da Tizio, Kappa e America, molto utile e interessante, 2 ore che passano tra nozioni di volo di cross e battute in puro stile romanesco, senza troppa fretta perchè la giornata tarda a farsi...
Trasferimento in decollo, 50 piloti iscritti, 10 top pilot a disposizione, ci si divide in gruppi e si parte, ad assaggiare l'aria. Base un pò bassina, si cerca di mantenere il più possibile compatti i gruppi e alti per starsene alla larga dal rischio buco in agguato. Il mio gruppo, guidato da Capitan America, in compagnia di Alexander, Antonia e Sonia, si parcheggia in quota sul paese di Norma, che a vederlo così, dall'alto, tra le barbule dei cumuli che ci sovrastano, sembra uscito direttamente da una favola. Bellissimo girare assieme agli altri e vedere i vari gruppi sparpagliati un pò ovunque. Il volo in gruppo infonde sicurezza, è più facile trovare le zone di ascendenza e già questa è una prima lezione appresa...ma appena si decide di spostarsi appare subito non troppo facile galleggiare e molti vanno ad atterrare. Noi ci dirigiamo a nord, verso Cori e poi andiamo a fare top, per oggi ci accontentiamo, quel che conta è aver imparato a volare assieme, mantenere il contatto radio e aiutarsi a vicenda.
La sera si festeggia, il gruppo è fantastico, riempiamo la sala della Casa di Pietra e il volume dei cori va aumentando di pari passo con le caraffe di vino...
Domenica 14
Altro giorno, altra giornata, nel senso che da subito, appena svegli, appare completamente diversa, migliore..molto probabilmente ottima! Il briefing previsto alla casa di pietra, anche a causa di qualche ritardatario, si decide di farlo in decollo, per non sprecare altro tempo e valutare meglio l'andamento meteo, soprattutto del vento che si teme possa aumentare e rendere difficile il decollo. Per scongiurare questo rischio alle 13 siamo fuori e...la differenza si sente tutta, termiche più robuste e continue, che ti portano dritte a base. Ancora una volta, il gruppo resta compatto anche se a me tocca di fare una retro e rifare quota sul paese per raggiungerli di nuovo verso l'Aretino. Qui una volta fatta base conviene uscire verso la pianura, perchè i cumuli tirano abbastanza, prima e seconda pedalina servono e vedo alcuni fare le oreccchie, ma appena giunti sopravvento non ci son problemi, anzi vediamo che si sale molto bene anche fuori: allora tutti fuori! Di nuovo a base e poi a sud, oltre Norma, verso l'Acqua Puzza. Lì troviamo un bel pò di turbolenza, quindi decidiamo di riportarci sul paese e di nuovo verso nord. Tra una base e l'altra son già più di 3 ore che siam per aria e iniziamo a impostare il rientro. Niente di meglio che un bel top landing per concludere in bellezza questi 3 giorni di volo e il fantastico corso!

Un ringraziamento di cuore va ai Club ParaNormAli e il Pulcino e a tutti i ragazzi che si son fatti in 4 per organizzare, un lavoro impeccabile davvero e, infine, non certo in ordine di importanza...grazie a Norma!!!

martedì 5 maggio 2009

Zen e l'arte di girare...le tagliatelle: un weekend di volo in Appennino


Si sa, un nuovo sito di volo va esplorato, conosciuto in ogni sua parte per essere pienamente apprezzato. Ci sono diverse modalità di approccio a questa procedura, una di queste prevede un nutrito gruppo di amici, affiatati e uniti da alcune passioni: il volo, lo stare in compagnia in mezzo alla natura, la buona cucina...
Gli ingredienti di questa ricetta si sono sapientemente uniti durante lo scorso weekend in una ridente località della collina bolognese, protagonista dell'inaugurazione di un nuovo sito di volo del Club Spiritolibero. Le massime rappresentanze del Club hanno presenziato accompagnate da un corredo di fedeli amici con cui hanno condiviso questo momento storico importante. Certamente, da bravi forestieri, una buona regola è stata comunemente accettata: cercare di farsi ben volere dalla popolazione locale (non sempre propriamente affabile..); ed ecco che il gruppo dei volatori dopo aver conquistato i cieli sopra Vedegheto, girato termiche generose e ammirato panorami mozzafiato, decide di provare a girare anche la forchetta nel piatto! Anche qui le emozioni non son mancate e il confronto con i locals, che a difficoltà distinguono un parapendio da un deltaplano a motore, ha potuto avvenire finalmente ad armi pari...si fa per dire: anche qui i piloti si son fatti valere!
Finite le taglietelle, posate le forchette, si riaprono le danze, in cielo di nuovo, che si colora di vele e dà spettacolo anche ai turisti che da terra ammirano estasiati l'arte del volo.
I pilotoni già ci aspettano in quota al nostro ritorno dal ristorante ma qualcosa rimane anche per i piloti buongustai: volare fino alle 7 di sera...fino all'ultima termica e all'ultimo soffio di brezza... le calde luci del tramonto accendono prati, boschi, campi e dolci curve che solo l'Appennino sa offrire...basta questo per sentirti libero!
Così, lontano da code in autostrada e da folle di ombrelloni, ci siam goduti la vita in un fantastico weekend a Vedegheto!

NB: Il sito di volo è ancora in fase di collaudo, si raccomanda pertanto di contattare i responsabili dell'area prima di volarci: info@spiritolibero.it

giovedì 26 marzo 2009

Allenarsi alla paura Parte II

Continua il racconto di Bruce Goldsmith..

Vaccinarsi allo stress

Se sottoponi una persona ad una situazione stressante per un periodo sufficientemente lungo, potrebbe incominciare a non sentire più quella situazione come stressante. Durante gli addestramenti militari le truppe sono costrette a correre sul campo di addestramento con il suono dei proiettili che fischiano nelle orecchie ed esplosioni di bombe dappertutto. Dopo un po’ le truppe si “desensibilizzano” al rumore e allo stress del campo di battaglia e tornano nuovamente in grado di operare efficientemente.
Allo stesso modo si allenano gli agenti di polizia a situazioni di emergenza usando finte città con tanto di delinquenti e bombe nascosti sul posto.
I corsi SIV di parapendio mirano a fare la stessa cosa. Il pilota sperimenta situazioni pericolose ed impara a controllare la paura semplicemente abituandosi.



Reazioni Pre-programmate

Passando attraverso una serie di movimenti puoi pre-programmare il tuo cevello a reagire nella maniera corretta ad un evento.
Nel parapendio puoi pre-programmare te stesso ad avere reazioni automatiche come per esempio lanciare l’emergenza o semplicemente trovarne la maniglia.

I corsi SIV possono aiutare a pre-programmare alcune reazioni. Se pratichi corsi SIV spesso le tue reazioni tendono a divenire automatiche. In questo caso ti alleni da solo a sviluppare una abitudine.



Lista di emergenza


I piloti di aerei di linea usano delle liste di cose da fare in caso di emergenza da tenere in bella vista per eliminare la necessità di dover sforzare il pensiero e la memoria in situazioni critiche. Se cercare in tasca il foglietto con la lista può sembrare assurdo quando sei bloccato in una spirale, però potremmo cucire l’elenco delle cose da fare su una manica! Potebbe essere un buon consiglio anche per i corsi SIV. Una semplice lista per i SIV potrebbe essere di questo tipo:


CHIUSUSA ASIMMETRICA:

1. VIRATA DI CONTRASTO

2. POMPATE DEL FRENO

3. CONTROLLARE L’ALTITUDINE

4. LANCIO DELL’EMERGENZA


NEGATIVO/STALLO


1. SU LE MANI

2. LA VELA E' OK?

3. CONTROLLA CORDINI E GROVIGLI

4. LA VELA E' OK?

5. LANCIO DELL’EMERGENZA


Bloccato nel fango


In Francia lo chiamano blocco di paura da “viscosità mentale”. Significa che il cervello diventa lento a reagire e i tuoi pensieri sono bloccati. In realtà l’esatto meccanismo non è stato ancora capito del tutto.
Forse i seguenti 4 passaggi potrebbero essere incorporati nelle esercitazioni di parapendio:


1.SVILUPPA L’ABITUDINE – sviluppa e pratica in modo ripetuto e a lungo serie di esercizi importanti

2.LISTE DI EMERGENZA – creale e usale

3.VALUTAZIONE PREVENTIVA – prima di entrare in una situazione potenzialmente pericolosa, pensa a cosa potrebbe succedere e identifica le corrette azioni per affrontarla corretttamente



Passa parola!

Ascoltando Craig parlare dei fattori umani è stato come se mi si accendesse una lampadina in testa. Ho subito capito cosa aveva causato tanti incidenti che ho visto negli anni. Inoltre mi ha dato parecchie soluzioni utili da riportare nel mio sport. Condividendo quel che mi ha detto Craig spero di poter implementare l’allenamento e l’istruzione nel parapendio e inoltre di ridurre il numero di incidenti nel nostro sport. Davvero spero che questo articolo sia in grado di finire nelle mani delle federazioni nazionali nel mondo e venga incorporato nei manuali di volo!



Ulteriori informazioni sullo stress e prestazioni disponibili nel sito di Mr. Craig Geis:
www.cti-home.com

mercoledì 4 marzo 2009

Allenarsi alla paura Parte I

Ho apprezzato moltissimo un articolo uscito sull'ultimo numero di Volo Libero redatto dal Presidente della FIVL Luca Basso. L'articolo affronta da diverse prospettive alcuni importanti aspetti della psicologia del volo ed un fenomeno in particolare, a molti sicuramente ben noto: la paura. Caso vuole che fossi rimasto altrettanto affascinato da un altro articolo uscito recentemente sulla rivista Cross Country firmato da Bruce Goldsmith, il quale affronta questo tema, spiegandolo in termini fisiologici, cioè quello che succede nel nostro corpo quando la paura cerca di prendere le redini. Come il nostro Luca Basso anche Goldsmith esplora i meccanismi del processo per suggerire poi una proposta di "difesa" o, meglio, quello che lui chiama "allenamento alla paura". Pertanto mi sembra un buon pretesto per riportare il testo di Goldsmith tradotto in italiano. In questo post riporto la parte introduttiva, il prossimo sarà...beh, non voglio certo rovinarvi la sorpresa! Buona lettura..

Testo tratto da: Icaristics, Bruce Goldsmith. XC Magazine, Issue 121, 2009


“Di recente ho seguito un corso di specializzazione sugli incidenti in aviazione dovuti ad errori umani, tenuto da Creig E. Geis, co-fondatore del California Training Institute. Geis è un tenente colonnello in pensione dell’esercito ed ex elicotterista. È anche Lo Specialista in Sicurezza dell’esercito americano in fatto di incidenti dovuti ad errori umani. Ora istruisce gli allievi dell’aviazione sia in settore privato che in operazioni militari in tutto il mondo, così come i corpi militari armati ed organizzazioni di polizia, in corsi finalizzati alla gestione delle reazioni umane in condizioni di stress psicologico estremo.

Quando gli ho descritto il problema che si viene a creare nei piloti di volo, nelle situazioni in cui si verificano seri inconvenienti, cioè il fatto che sembrino incapaci di reagire o anche solo di eseguire la più semplice azione che serva a salvargli la vita, lui mi ha guardato negli occhi e mi ha detto semplicemente: "è esattamente quello che mi aspetto! Avviene la stessa cosa in tutte le situazioni di stress. Solo poche persone sanno quanto possa essere altamente debilitante la paura"

Il fenomeno si verifica sia in piloti esperti che in neofiti. In quelli con minor esperienza uno stress eccessivo spesso avviene quando il pilota si trova in una situazione mai incontrata prima o alla quale non è stato preparato. In piloti esperti è esattamento l’opposto: un pilota con esperienza spesso sbaglia non riconoscendo una situazione potenzialmente pericolosa proprio a causa della sua tranquillità e viene dunque anch’esso colto di sorpresa . In entrambi i casi si innalza molto rapidamente il livello di stress provocato dall’aumento di ormoni coinvolti nel processo. Il risultato è quello di abbassare notevolmente la soglia di lucidità mentale.

La reazione corporea immediata allo stress è un aumento del battito cardiaco. Negli uomini primitivi questo fenomeno era da considerarsi "positivo" essendo condizione necessaria per lo sviluppo di quello stato di iper-eccitazione che induce a combattere o darsi alla fuga.

Nell’aviazione troppo di ciò può diventare "negativo":un pilota necessita di sufficiente lucidità mentale per reagire correttamente. In queste situazioni di elevato stress psicologico il nostro fisico pompa nel sangue una complessa miscela di sostanze chimiche, prima tra tutte l’adrenalina. A basse concentrazioni queste sostanze possono incrementare l’abilità cognitiva e lo stimolo alla reazione, ma al crescere dello stress il cervello subisce un sovradosaggio di queste “droghe naturali”. La lucidità mentale incomincia a diminuire. Se lo stress continua a crescere, l’inefficenza all’azione può diventare totale! Quando il nostro battito cardiaco è tra 115-145 battiti per minuto (bpm in seguito n.d.t.), si è in una condizione ottimale per le attitudini mentali. In situazioni estreme quando il battito cardiaco, sale oltre i 145 bpm, possiamo rimanere completamente bloccati dalla paura e anche eventualmente perdere alcuni dei controlli basilari = “farsela sotto” (in senso letterale non solo figurato! n.d.t.)

Non è dunque una sorpesa che i piloti si trovino incapaci di compiere anche la più semplice delle azioni, come per esempio rilasciare i freni o fare una virata, in quelle situazioni.

Le nostre abilità mentali calano all’aumentare del battito cardiaco. Durante questi momenti di iper-eccitazione il corpo produce un ormone chiamato Cortisolo. Esso aumenta la pressione circolatoria e la glicemia e ha un significativo impatto sulla lucidità mentale e sulla memoria. Il cortisolo influisce negativamente sul processo di trasferimento dell’informazione tra la memoria a breve termine e quella a lungo termine. Dal momento che la memoria a breve termine ha una capienza limitata, nelle situazioni di stress semplicemente diventa sovraccarica e ci fa sbagliare. Il cortisolo agisce quindi sul processo di memorizzazione, "danneggiando" il recupero delle informazioni memorizzate: non abbiamo perso l’informazione, semplicametente abbiamo difficoltà a recuperarla!

Ciò può avere implicazioni critiche se abbiamo bisogno di usare informazioni apprese durante situazioni di stress. Questo è esattamente il motivo per cui anche i piloti esperti possono fallire a richiamare procedure di emergenza precedentemente apprese. Le informazioni sono presenti nella memoria ma impiegano più tempo a venire richiamate, ma in situazioni estreme di solito una cosa che manca è proprio il tempo!

Nei lobi frontali giacciono i centri di controllo delle emozioni e della personalità.

Essi sono coinvolti nelle funzioni motorie, risoluzione dei problemi, spontaneità, memoria a breve termine, pensiero razionale, linguaggio, impulso, giudizio e comportamento sociale e sessuale.

Durante una situazione di stress il cortisolo sopprime l’attività in aree dei lobi frontali che controllano la memoria a breve termine: concentrazione e pensiero razionale. Ci consente di trasformarci nel leone che ci spinge a combattere o a scappare dal pericolo. Però danneggia il comportamento sociale complesso e il pensiero fine. Il risultato è che quando lo stress spinge il cuore a oltre 145 bpm perdiamo l’ablità a pensare raizionalmente e sopra 175 bpm i lobi frontali smettono di funzionare e il pensiero razionale si converte in "combattere o darsi alla fuga".

Da sottolinare che il livello del battito cardiaco è solo un indicatore del livello di ormoni da stress nel sangue. Aumentando il battito con l’esercizio fisico non li produce. Insomma: c’è bisogno della paura!

Ma se la paura può immobilizzarci, cosa possiamo fare per evitare che questo avvenga?"


La risposta nella prossima puntata..

mercoledì 7 gennaio 2009

Meraviglie a norma...


Della serie: buona la prima e amore a prima vista..
il primo volo dell'anno 2009!
Se ci si aggiunge anche la suspance, direi che è stato davvero un gran bel colpo..
Già, la meteo ci aveva dato filo da torcere in questi ultimi tempi e la voglia di girare in qualche bella termica ormai era diventata un sogno. D'altra parte siamo in pieno inverno..eppure, ci sono luoghi dove l'inverno non rappresenta un vero limite per il nostro amato sport dell'aria..
Così dopo travagliati momenti di studio sui siti meteo, tra previsioni talora beffarde e traditrici, si intravede una speranza e si parte alla volta dell'isola felice, un pò più a sud del solito..a caccia di termiche a Norma!
Il gruppo è motivato, la voglia tanta e all'arrivo non ci si aspetta certo lo spettacolo che ci si presenta davanti agli occhi: il cielo sopra Norma è coperto. Ma non si demorde e ci si reca in decollo. Qui ho avuto la prima meraviglia, non conoscevo il posto e trovare un decollo in un sito archeologico tra rovine e monumenti, certo ha dell'incredibile. Giusto il tempo di strofinarmi gli occhi ed ecco giungere la seconda meraviglia: il cielo davanti al decollo si sta ripulendo e i cumuli che ci avevano fatto temere il peggio ora sono lontani da noi, dietro sui monti più a nord: solo bianchi batuffoli si stanno formando sopra le nostre teste!
Si parte, uno dietro l'altro e basta un giro per cogliere la terza meraviglia (disse l'amico vario): +2,+3,+4...+5!! Da non crederci, si volteggia sul decollo si fa quota e poi ci si lancia sul paese e ancora su, la quota non è eccessiva, la base è a 5-600 m sul decollo, ma quanto basta per spingersi oltre, i più audaci si lanciano ancora più a sud-est, altri girano tra il paese e il decollo e si muovono verso Cori a nord-ovest, seguendo il generoso costone, senza fiato per il panorama: monti innevati in lontananza, il mare a mò di specchio argentato laggiù in fondo e poi ancora i paesini che sembrano finti, arroccati sui cocuzzoli, le rovine , gli uliveti e la campagna a perdita d'occhio..
La sera la festa è davvero per tutti, l'ospitalità laziale fa da complice, si mangia e si beve divinamente!
Il giorno dopo lo si aspetta ancora meglio, al risveglio la giornata si presenta col sole e il cielo azzurro ma una volta in decollo si vede l'inversione e si capisce che non sarà così facile, chi fa l'errore di scendere troppo difficilmente recupera...
ma c'è chi gestisce al meglio la situazione e riesce a volare bene anche se la giornata non concederà tanto..
Ma la gitona ha fatto tornare il sorriso in faccia a tutti.
Ora non mi resta che strizzare l'occhiolino alla neve che scende copiosa alla finestra mentre sto scrivendo, grato per il breve (ma intenso) assaggio d'estate che ci è stato concesso e...
augurare a tutti un fantastico 2009!!
LE FOTO