domenica 25 ottobre 2009

Dedizione



21.30. Casa. Crollo sul divano stanco morto ma molto vivo. Chiudo gli occhi. Le 4 pareti di casa e il soffitto mi circondano eppure vedo attorno a me vele colorate e un cielo blu sopra la testa. Ancora una volta mi chiedo come sia possibile che una sola ora di volo sia sufficiente a farmi sentire così. Forse sono i miei piedi ad aver bisogno di scrollarsi il peso della terra da sotto, o forse è la mia mente che pur di liberarsi dell’opprimente forza di gravità sopprime la paura di lanciarsi nel vuoto con quelle bizzarre ali sopra la testa? Ancora una volta, di ritorno da una giornata dedicata al volo mi chiedo cosa ci sia dietro a tutto ciò. Cosa spinge uno sparuto gruppetto di esseri umani a dedicare tanto tempo, macinare migliaia di chilometri, per alcune ore passate per aria? Apro gli occhi e mi rendo conto che la mia risposta è insita nella domanda stessa. In una parola in particolare: dedizione. Tutti quelli che volano lo sanno, senza nemmeno a volte rendersene conto. Difficile da spiegare a chi ci vede dall’esterno e non se ne riesce a capacitare a volte. Di solito si sente rispondere: passione, amore, droga…

Ma la risposta è ancora una volta una sola: dedizione.

Mi ricordo all’improvviso di aver letto qualcosa in proposito, forse distrattamente qualche tempo fa, e mi metto a scartabellare. Apro il penultimo numero di Cross Country ed eccolo lì, Bob Drury, anche lui evidentemente voleva dare una risposta alla mia domanda o a quella di quanti cercano di capire il nostro strano mondo.

“Una cosa necessaria per essere un pilota è la dedizione. Sia essa il lungo tempo richiesto in alcuni paesi per accumulare ore di volo solo per prendere il brevetto, siano le ore passate ad aspettare su un decollo con le vele chiuse dentro le sacche, sia l’esperienza che devi mettere insieme per poter arrivare a compiere grandi distanze in volo o imparare ad eseguire le più difficili manovre acro. Tutto ciò richiede dedizione, fiducia in te stesso e determinazione per quello che ami fare: volare. Basta dare un occhiata in giro per il mondo e vedere personaggi come Adie Kumar, riuscito a realizzare il suo sogno assieme a un gruppo di piloti, decollando dall’Himalaya e coprire in 10 giorni una distanza di 500 km, gli stessi che io (Bob Drury n.d.t) e John Silvester 10 anni fa ci hanno richiesto 6 settimane! Oppure leggere della prima discesa in speedriding del Cervino di Ueli Kestenholtz o la traversata coast to coast del Sud Africa di tre ragazzi Cechi usando solo un vericello e una scassatissima, vecchissima Mercedes.

Ogni storia ci dice dove la dedizione e la fiducia in noi stessi possa portarci.

Il volo è un labirinto di sogni che aspettano solo di essere scoperti. Non importa quanto grandi o piccoli essi siano, ciascuno di essi è un viaggio personale che ti distinguerà da tutte le altre persone. Il volo ti rende speciale.

Qualcuno di voi potrebbe dire: “io non sono un campione acro o un pilota in grado di volare in Himalaya. Non potrò mai fare le cose che leggo su Cross Country”. La mia risposta è: forse è vero, forse non potrai mai. Ma è esattamente questo il punto! Non ti serve essere un campione acro o un pilota da volo bivacco in Himalaya per realizzare i tuoi sogni.

Dedizione, dedizione e ancora dedizione. E’ l’unica cosa di cui hai bisogno!

Sogni d’oro…”

(XC Mag #124, liberamente tradotto da Marcello Corazza)

Questo concetto vale per tutte le cose che ami e in cui credi davvero, nella tua vita.

Questo lo dico io.

1 commento:

Unknown ha detto...

Tutto giusto Marcello quello che dici, dedizione è la parola giusta, anche solo per fare il solito voletto di mezz'ora sul volo di casa.

Ma chi non è un pilota di volo libero, non lo capirà mai.

Ciao.

Aldo Barbieri