martedì 9 febbraio 2010

Il ritorno alle origini

Potrebbe essere definita l'essenza del parapendio, o meglio un ritorno alle origini, quando il volo in parapendio era stato concepito come mezzo di discesa rapida dalle montagne dopo una ascensione a piedi o in arrampicata. Il concetto basilare di quei tempi, e lo è tutt'oggi in questa nuova corrente di pensiero, è la leggerezza e il minimo ingombro. Lo speedflying dunque non dev'essere visto come una moda o l'ennesimo sport estremo, ma può essere concepito in questa visione (o almeno, a me piace vederlo così): attrezzatura superleggera per scalare le montagne e scendere in sicurezza (ovvio che quando vedrete il decollo nel video ci farete forse un sorrisino) con una vela che non è un paracadute, quindi ti consente di volare, ma è un parapendio in miniatura. Volare non per salire ma per scendere, velocemente (appunto.. speed-flying).
Comunuqe questo sport deve essere praticato con tutte le dovute norme presenti nel volo libero (è necessario innanzitutto essere buoni piloti di parapendio) ed anzi, con qualche accortezza in più che può essere letta qui o in altri siti legati a questa attività. Invece, per chi ama camminare, scalare e volare senza rinunciare al piacere del volo in termica e del volo di distanza, nell'ultimo numero di Cross Country magazine è pubblicato un interessante articolo che fa una carrellata e recensione delle attrezzature da parapendio finalizzate al paralpinismo, o paraescursionismo. Appena avrò un pò di tempo vedrò di pubblicarlo tradotto su questo blog.

In novembre 2009 Stuart Holmes (GB) ha scalato l'Ama Dablam, una delle più belle montagne Himalayane (6,856 m) ed è decollato dalla vetta con un GIN Yak, solo 3 kg nella sua taglia maggiore (18 m quadrati).




Se poi volete fare un vero "ritorno alle origini" guardate questo: