giovedì 8 marzo 2012

Il mito della portanza

Sapete perchè le nostre ali volano?
Quante volte lo avrete letto sui vostri manuali di volo nel capitolo sulla dinamica dei fluidi...
Il meccanismo che permette ad un profilo alare di generare portanza è comunemente spiegato con la teoria secondo cui un flusso d'aria che investe l'ala deve percorrere una maggior distanza sull'estradosso rispetto all'intradosso per via della forma (curvatura) del profilo stesso (la superficie dell'estradosso ha una lunghezza maggiore rispetto all'intradosso), pertanto sarebbe forzato a muoversi più velocemente sull'estradosso per raggiungere allo stesso momento al bordo d'uscita il flusso d'aria che lambisce l'intradosso. Questo genera una differenza di pressione tra le due superfici, per l'esattezza, una diminuzione della pressione sull'estradosso.
Nella realtà, questo è un mito, come ha dimostrato uno studio condotto da  Holger Babinsky, professore di aerodinamica dell'Università di Cambridge. Per spiegare meglio questo concetto egli ha filmato un flusso di fumo che colpisce un  profilo alare. Rallentando il video è stato possibile vedere che il tempo che il flusso impiega per passare sull'estradosso e sull'intradosso non è lo stesso: i filetti fluidi sull'estradosso raggiungono il bordo d'uscita prima di quelli sull'intradosso. Babinsky spiega che, anche se effettivamente la portanza è generata da una variazione di pressione sulle due superfici, essa è dovuta alla differenza di forma del flusso d'aria e non nella sua velocità. Questo è dimostrato dal fatto che anche le vele piatte (es. le vele nautiche) generano una spinta: anche se la superficie è la stessa su entrambi i lati, è la curvatura che si genera con il vento a farla funzionare come un profilo alare.
tratto e liberamente tradotto dal New Scientist

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